Shūkichi e Tomi Hirayama, alla soglia dei settant’anni, decidono di andare a trovare i figli a Tōkyō. Lasciano dunque la loro città, Onomichi, nei pressi di Hiroshima, e si apprestano ad affrontare un lungo viaggio in treno alla volta della capitale.
Arrivati a Tōkyō, trovano ospitalità prima nella casa del primogenito Kōichi, pediatra, e poi in quella della primogenita Shige, parrucchiera. Si rendono però conto che i figli, alle prese con il lavoro e la famiglia, non hanno tempo per loro. L’unica che ha davvero a cuore i due anziani coniugi, anche se non legata a loro da alcun legame di sangue, è Noriko, vedova del secondogenito Shōji, morto in guerra. Nonostante siano trascorsi ormai 8 anni dal tragico avvenimento, Noriko ha scelto di rimanere legata al defunto marito e di non risposarsi.
Una scena del film
Shūkichi e Tomi, un po’ delusi dalla freddezza dei figli ma rincuorati nel vederli attivi ed in salute, decidono di tornare a casa. Durante il viaggio in treno, però, Tomi inizia ad accusare i primi colpi di una misteriosa malattia, che la porterà quasi in fin di vita all’arrivo a Onomichi. Tutti i figli della coppia, allora, compresi Keizō, il terzogenito, e l’immancabile Noriko, si recheranno al capezzale dei genitori richiamati da un funereo telegramma dell’ultimogenita Kyōko, che vive ancora a Onomichi, soltanto per assistere impotenti alla morte della madre.
Dopo il funerale, Noriko sarà l’unica a fermarsi ancora per qualche giorno aOnomichi, mentre tutti gli altri torneranno ai propri impegni quotidiani. Il vecchio Shūkichi la ringrazierà di cuore, anche da parte della defunta Tomi, per tutta la gentilezza dimostrata nei loro confronti, ben superiore a quella dei loro stessi figli, e la esorterà a crearsi una nuova vita.
« Ora che sono solo le giornate sembrano più lunghe… »
(Shūkichi)
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