La battaglia di Stalingrado è stata una delle più spaventose carneficine della storia dell’umanità, non c’è da stupirsi che ci siano molti film dedicati a questo tragico episodio della Seconda Guerra Mondiale e uno di questi film è entrato nella nostra prestigiosa classifica dei migliori film di guerra di tutti i tempi. Lo Stalingrad di cui parliamo in questo articolo è tutta un’altra cosa.
Come viene strombazzato ovunque si tratta del primo film russo realizzato in 3D imax con pesantissimi effetti in computer grafica. L’aspetto visivo è la cosa migliore del film e, a nostra giudizio, l’unica cosa che si salva. Il 3D in alcune scene non è poi così inutile, la grafica è realizzata benissimo, la scena dell’Heinkel 111 che precipita tra le case, tanto per citarne una, è memorabile.
Cosa c’è che non va in questo film? A nostro parere tutto, a partire dagli effetti speciali. Lo so, ho appena finito dire che l’aspetto visivo è magnifico ma è questo uno dei problemi del film: si ha l’impressione di essere in un fottuto videogame e non di guardare un film di guerra. Sarà anche candidato all’oscar come film straniero ma Stalingrad non ha una trama se non una risibile storiella tra un gruppo di militari sovietici provenienti da tutte le forze dell’armata rossa (forse manca un sommergibilista ma per il resto ci sono tutti) asserragliati in un edificio la cui difesa, ovviamente, è in grado di cambiare il corso della guerra.
Perchè questo edificio è così importante non è poi chiarissimo, l’importante è che non deve cadere in mani nemiche.
Nell’edificio si trova anche una giovane ragazza e chi ha avuto la pazienza di vedere qualche film della propaganda sovietica realizzato nell’immediato dopoguerra saprà che anche questo è un cliché già visto mille volte, al cinema le eroiche forze della repubblica socialista combattono gli invasori nazisti non per difendere la ricchezza, la terra o un vago concetto di patria: lo fanno per proteggere mogli, sorelle, figlie e zie dall’invasore.
Inutile dire che il raffazzonato manipolo di eroi mette in scatto l’altrimenti invincibile esercito tedesco e che per ogni morto tra i “buoni” ce ne sono almeno 10 tra i “cattivi”.
Peccato, avevano i mezzi per fare un bel film e non sono riusciti a fare niente meglio di così…