Nymphomaniac è un film di Lars von Trier del 2013 recentemente uscito anche nelle sale italiane. Premettiamo subito che: abbiamo visto tutti e due i capitoli, il film è spezzato in due parti non soltanto per motivi commerciali ma anche per la mostruosa durata complessiva, nella sua versione completa (quella che abbiamo visto) si avvicina a 6 ore.
Non è un film pornografico, e nemmeno erotico. Andrebbe più correttamente classificato con il generico “drammatico”, noi abbiamo preferito considerarlo erotico perchè, anche se il film non cerca di provocare eccitazione nello spettatore, la componente sessuale è preponderante.
Non è pornografico ma questo non significa che sia un film adatto ai bambini. Ci sono alcune scene in cui l’atto sessuale viene mostrato esplicitamente. In qualche rapporto orale per esempio la fellatio viene mostrata senza veli anche se, come gli esperti di pornografia riconosceranno immediatamente, si tratta probabilmente di finzione ovvero l’attrice prende in bocca un fallo artificiale.
Ultima premessa: c’è Uma Thurman in un ruolo secondario ai fini della trama ma la sua interpretazione è incredibile, da sola vale il biglietto del cinema. Data la morbosa curiosità che circonda questo film precisiamo subito che no, non si vede Uma Thurman nuda.
Dopo questa raffica di premesse passiamo a raccontare il film che è interessante, forse addirittura bello ma anche piuttosto sopravvalutato a quanto si legge in giro. Consigliamo chi ha la possibilità di farlo di non vedere tutti e due gli episodi consecutivamente, soprattutto nelle versioni integrali. Non fate il nostro stesso errore perchè ci si trova ad affrontare una maratona esageratamente lunga e si finisce inevitabilmente per non apprezzare le cose positive del film (e ce ne sono tante).
La storia inizia con Saligman che trova in un vicolo una donna di mezza età che è stata malmenata. Invece di portarla in ospedale, per le insistenze della donna, la trascina a casa sua dove la cura e i due iniziano a parlare. I due non potrebbero essere più diversi: lei è una ninfomane, decisa ad aprirsi e a raccontare anche gli aspetti più intimi della sua vita a un perfetto sconosciuto, lui è un uomo intelligente e notevolmente colto, sessualmente frigido.
Questa è la parte che abbiamo trovato più fastidiosa nella trama: l’inserimento di aneddoti culturali di elevatissimo spessore. Non che una ninfomane debba essere necessaria una cretina, non è questo il problema. Quello che convince poco è l’interpretazione che Saligman è in grado di dare, ad esempio, di alcuni sogni della ninfomane Joe, che diventa a volte insopportabilmente saccente.
Dicevamo che la ninfomane Joe e il frigido Saligman iniziano a chiacchierare o meglio, Joe inizia a raccontare la sua vita in cui tutto sembra ruotare attorno al sesso.
Il primo capitolo (la pesca)
Joe racconta di come abbia perso la verginità (anale e vaginale, tanto per togliersi il pensiero in fretta) grazie all’aiuto di Jerome, un suo coetaneo. Il centro dell’episodio è una gara che la giovane e la sua amica B. fanno: in palio un sacchetto di caramelle, salgono su un treno (ovviamente senza biglietto) e gareggiano su quale delle due riuscirà a fare sesso col maggior numero di uomini.
Il secondo capitolo (Jerôme)
Per caso Joe torna ad incontrare Jerôme, il ragazzo del suo primo rapporto sessuale, la ragazza trova lavoro come segretaria e questi, ormai diventato un uomo, è il suo capo. Piuttosto sorprendentemente Joe si innamora sinceramente di Jerôme ma l’idillio non può funzionare: l’appetito sessuale di Joe è troppo forte inoltre Jerôme è sposato.
Il terzo capitolo (la signora H)
E’ nel terzo capito che entra in scena Uma Thurman con una interpretazione memorabile. Joe in questo periodo della sua vita intrattiene diverse relazioni sessuali contemporaneamente con uomini dalle diverse caratteristiche (sessuali). Il signor H è uno degli uomini di questo periodo ed è sinceramente innamorato di Joe tanto che è deciso a lasciare la moglie e i tre figli per andare a vivere con l’amante. Uma Thurman, la signora H., irrompe nell’appartamento di Joe con i tre bambini al seguito facendo una scenata.
Il quarto capitolo (Delirio)
In questa fase Joe racconta della morte del padre, vittima del delirium tremens, la stessa malattia di cui aveva sofferto lo scrittore Edgar Allan Poe.
Il quinto capitolo (la scuola di organo)
La vita di Joe, la sua soddisfazione sessuale, viene accostata alla musica polifonica di Bach. Tre uomini, F., G. e Jerôme, con i loro differenti modi di vivere il sesso fanno sentire Joe come un organo. I tre uomini si completano a vicenda e riescono a soddisfarla ma lei continua ad essere innamorata di Jerôme (che nel frattempo ha lasciato la moglie) ma, proprio durante un rapporto sessuale con l’unico uomo che sembra capace di amare avviene il colpo di scena (e si chiude il film): Joe si accorge di non provare alcun piacere, come se fosse diventata frigida.