Luigi Comencini (Salò, 8 giugno 1916[1] – Roma, 6 aprile 2007[2]) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
Ha diretto nella sua carriera i maggiori attori italiani, fra cui Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida in Pane, amore e fantasia, film con il quale ha lanciato la commedia all’italiana, di cui è stato uno dei massimi esponenti insieme a Mario Monicelli e Dino Risi. Era sposato con la principessa Giulia Grifeo di Partanna, con la quale ebbe quattro figlie.
Nato a Salò, a seguito del padre ingegnere trascorre l’infanzia a Parigi. Nella capitale francese si innamora del cinema. Al rientro in Italia studia Architettura al Politecnico di Milano (dove fu iscritto ai GUF, vincendo anche un Littoriale della cultura e dell’arte). Fin dagli esordi, dal cortometraggio Bambini in città (1946) al suo primo film Proibito rubare (1948), mostra un interesse particolare per i temi dell’infanzia, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera.
In seguito lavora sia come architetto che come critico cinematografico: insieme ad Alberto Lattuada, ha inoltre fondato la Cineteca Italiana.
Il suo primo film di successo risale al 1953, quando dirige De Sica e la Lollobrigida in Pane, amore e fantasia (1953), seguito l’anno successivo da Pane, amore e gelosia (1954).
Abbandonata la saga, e dopo alcuni film di compromesso (a parte La finestra sul Luna Park, 1957, uscito in sordina e oggi ritenuto uno dei suoi migliori), dirige Alberto Sordi in quello che è generalmente considerato il suo capolavoro, Tutti a casa (1960), tragicommedia sull’Italia del dopo 8 settembre[3]. Sul tema della Resistenza realizza anche La ragazza di Bube (1963), tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Cassola, cui seguono il drammatico Incompreso (1966) e Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano (1970).
Per la televisione, dopo l’inchiesta I bambini e noi (1971), dirige invece sceneggiati di grande successo quali Le avventure di Pinocchio (1971), Cuore (1984) e La storia (1986), mentre tra i suoi ultimi lavori cinematografici vanno sicuramente ricordati Voltati Eugenio (1980), Cercasi Gesù (1982), Un ragazzo di Calabria (1987), Buon Natale… buon anno (1989) e Marcellino pane e vino (1992), con cui si congeda per l’aggravarsi della malattia di Parkinson, da cui era stato colpito una quindicina di anni prima.
Dopo aver pubblicato il libro autobiografico Infanzia, vocazione, esperienze di un regista (1999), Luigi Comencini muore a Roma il 6 aprile 2007, all’età di 90 anni. È sepolto a Roma nel Cimitero di Prima Porta.