Jane Seymour Fonda (New York, 21 dicembre 1937) è un’attrice, produttrice televisiva, attivista e modella statunitense. Ha vinto due Premi Oscar come miglior attrice protagonista nel 1972 per Una squillo per l’ispettore Klute e nel 1979 per Tornando a casa. I suoi altri ruoli per cui è stata nominata sono Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), Giulia (1977), Sindrome cinese (1979), Sul lago dorato (1981) e Il mattino dopo (1986). Nel corso della sua carriera ha inoltre vinto sei Golden Globe, due Premi BAFTA, un Premio Emmy e un David di Donatello. Nel 2017 le è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Jane Fonda è nata il 21 dicembre 1937 a New York da Henry Fonda e Frances Seymour Brokaw. È di origine olandese, canadese, britannica, italiana e francese. La famiglia Fonda, da parte paterna, era di origine olandese, pur avendo come capostipite un italiano immigrato da Genova nei Paesi Bassi nel corso del XV secolo. Nel 1642 alcuni membri di questa famiglia emigrarono in America, e furono fra i primi colonizzatori olandesi che si trasferirono nell’attuale Stato di New York dove fondarono la città che da loro prese il nome di Fonda. Da parte materna Jane Fonda è di origine anglocanadese con radici britanniche, francesi e persino italiane: uno dei suoi antenati, Giovanni Gualdo, era un nobile di Vicenza.. La madre, seconda delle cinque mogli del famoso attore, morì suicida nel 1950, quando Jane aveva 12 anni; in precedenza era stata sposata con il miliardario George Tuttle Brokaw. È sorella dell’attore Peter Fonda, di tre anni più giovane, e zia dell’attrice Bridget Fonda figlia di Peter.
Da ragazza, Jane non sembrava interessata a ripercorrere le orme del celebre genitore. Studiò al Vassar College, poi in Europa e infine di nuovo negli Stati Uniti con l’intenzione di lavorare come modella. L’incontro con Lee Strasberg la convinse però a frequentarne le lezioni all’Actors Studio; il debutto cinematografico arrivò a 23 anni, nel 1960, con In punta di piedi di Joshua Logan, accanto a Anthony Perkins. Durante gli anni sessanta recitò in numerosi film di successo, tra cui i drammatici Anime sporche (1962) di Edward Dmytryk e La caccia (1966) di Arthur Penn, accanto a Marlon Brando, Angie Dickinson e Robert Redford. Ottenne lusinghieri consensi anche nella commedia, recitando tra gli altri in Rodaggio matrimoniale (1962) di George Roy Hill, accanto a Anthony Franciosa e Jim Hutton, Una domenica a New York (1963) di Peter Tewksbury, al fianco di Lee Marvin nel western-ballata Cat Ballou (1965) di Elliott Silverstein, Tutti i mercoledì (1966) di Robert Ellis Miller, accanto a Jason Robards e Dean Jones, e nel romantico A piedi nudi nel parco (1967) di Gene Saks, di nuovo insieme a Robert Redford e alla veterana Mildred Natwick.
Nel 1964 il regista Roger Vadim la inserì nel cast di Il piacere e l’amore. Dopo il loro matrimonio, celebrato l’anno seguente e dal quale è nata la figlia Vanessa, la diresse in alcuni film che contribuirono ad aumentarne la popolarità. Con Barbarella (1968), pellicola che mescolava fantascienza e sensualità e sfruttava al massimo la sua bellezza, e in un ruolo proposto anche a Virna Lisi, Jane Fonda venne acclamata in tutto il mondo come sex symbol. Tuttavia, l’intelligente attrice si accorse ben presto che l’etichetta sexy guadagnata con Barbarella limitava le sue potenzialità; ribellandosi al cliché che si portava dietro, cominciò ad evadere da un’immagine che le stava stretta, anche in funzione del crescente attivismo politico che la vedeva sempre più coinvolta.
A partire dagli anni Settanta, infatti, Jane Fonda diede vita al suo intenso impegno politico indirizzato in primo luogo alla protesta contro la guerra del Vietnam. La sua visita ad Hanoi e la sua propaganda filo-nord-vietnamita le valsero il soprannome di “Hanoi Jane”, ma la resero anche invisa a una parte della stampa e dell’opinione pubblica. Soltanto dopo molti anni rivedrà le sue posizioni politiche con rinnovato senso critico. Nel frattempo, pur non abbandonando il genere leggero, la sua carriera si orientò decisamente verso ruoli più impegnativi con i quali viene sempre di più identificata dal pubblico internazionale, e che la portarono a ottenere nel 1969 la prima delle sue sette candidature all’Oscar per l’interpretazione della sfortunata Gloria Beatty in Non si uccidono così anche i cavalli? di Sydney Pollack; nel 1971 vinse l’Oscar quale miglior attrice protagonista per il ruolo della prostituta Bree Daniel in Una squillo per l’ispettore Klute di Alan J. Pakula, con coprotagonista Donald Sutherland. La seconda statuetta arrivò nel 1978 per Tornando a casa di Hal Ashby, ove interpretava Sally Hyde, una infermiera che assisteva un coraggioso reduce del Vietnam interpretato da Jon Voight. Finito il matrimonio con Vadim, nel 1973 la Fonda sposò Tom Hayden, uomo politico in carriera, con un passato da pacifista e da cui ha avuto un figlio biologico, l’attore Troy Garity, e una figlia adottiva, l’autrice Mary Luana Williams.
All’inizio degli anni ottanta la Fonda apparve nel film di successo Sul lago dorato (1981) di Mark Rydell, in cui – per la prima e unica volta – ebbe l’occasione di recitare accanto al padre Henry e a Katharine Hepburn; nello stesso anno apparve nel meno fortunato Il volto dei potenti (1981) di Alan J. Pakula. Molto apprezzate, in quel periodo, furono anche le sue interpretazioni nei film drammatici Casa di bambola (1973) di Joseph Losey, Giulia (1977) di Fred Zinnemann, ove recitò accanto all’amica Vanessa Redgrave, Arriva un cavaliere libero e selvaggio (1979) di Alan J. Pakula, accanto a James Caan e nuovamente Jason Robards, Sindrome cinese (1979) di James Bridges, al fianco di Jack Lemmon e Michael Douglas, e Il cavaliere elettrico (1979) di Sydney Pollack, ove la Fonda dopo 12 anni ritrovò come coprotagonista Robert Redford. In quegli anni, oltre che partecipare come guest star nella serie TV Dalle 9 alle 5, orario continuato (tratto dall’omonimo film del 1980 diretto da Colin Higgins e che la vedeva protagonista insieme a Lily Tomlin e Dolly Parton), con The Dollmaker (1984) di Daniel Petrie, ove la Fonda ebbe come partner Geraldine Page, vinse il premio Emmy quale migliore attrice in un film per la televisione.
Successivamente l’attrice diradò via via le sue apparizioni sul grande schermo (tra cui si segnala nel 1985 Agnese di Dio di Norman Jewison), fino a cancellarle del tutto per un quindicennio, dedicandosi sempre più spesso a realizzare video e manuali di esercizi di ginnastica aerobica, inventandosi di fatto in questo settore una seconda e fortunatissima carriera. Nel 1989, affascinata dal lavoro e dal successo internazionale di Pedro Almodóvar, acquisì i diritti per il remake americano di Donne sull’orlo di una crisi di nervi; tuttavia il film, che avrebbe dovuto avere proprio lei come protagonista ed Herbert Ross come regista (e che nel 1978 l’aveva già diretta in California Suite) non verrà mai prodotto. Il decennio si chiuse per la Fonda con il thriller Il mattino dopo (1986) di Sidney Lumet e due film che si rivelarono di modesto successo: Old Gringo – Il vecchio gringo (1989) di Luis Puenzo, ove lavorò accanto al veterano Gregory Peck, e Lettere d’amore (1990) di Martin Ritt, ove recitò per la prima volta con Robert De Niro. L’anno successivo sposò in terze nozze il magnate della comunicazione Ted Turner, un matrimonio che ufficialmente si è concluso all’inizio del 2000.
Nel marzo 2001 l’attrice decise di donare alla Scuola di Educazione dell’Università di Harvard la somma di 12,5 milioni di dollari, al fine di creare un “Centro per gli studi educativi”: la sua motivazione era che l’attuale cultura indica ai ragazzi e alle ragazze una visione distorta di ciò che è necessario imparare per diventare uomini e donne. L’attrice tornò sul grande schermo con Quel mostro di suocera (2005) di Robert Luketic, nel quale era protagonista insieme a Jennifer Lopez, rivelando sorprendenti doti brillanti già in parte emerse negli anni giovanili. Nello stesso anno venne pubblicata la sua autobiografia, intitolata La mia vita finora. Dopo il successo del film con la Lopez continuò a lavorare in diverse produzioni statunitensi, concedendosi nel 2011 anche una parentesi con E se vivessimo tutti insieme? in cui, quarant’anni dopo Crepa padrone, tutto va bene di Jean-Luc Godard (1972), ha di nuovo recitato in francese. Ha inoltre fatto parte, come personaggio ricorrente, del cast della serie televisiva prodotta da HBO The Newsroom. Nel 2015 ha vinto l’OFTA Awards come migliore commediante per la serie televisiva Grace and Frankie. Nello stesso anno ha preso parte al film Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino. Nel 2017 ha presentato il film Le nostre anime di notte di Ritesh Batra, fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, di cui è protagonista, ancora una volta assieme all’amico e collega Robert Redford. La pellicola narra la storia d’amore di due vedovi ottantenni. In quella occasione entrambi gli attori ricevettero il Leone d’oro alla carriera. Nel 2018 è tornata alla commedia con il film Book Club – Tutto può succedere di Bill Holderman, accanto a Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen.