Il film racconta le vicende del giovane dottor Mortimer Granville (Hugh Dancy)e della sua geniale intuizione che gli procurerà fortuna e gloria.
Il protagonista viene presentato con un espediente narrativo di livello piuttosto basso: il giovane medico è impiegato in un ospedale che applica le tecniche tradizionali, il suo capo rigetta le moderne teoria relative a germi e batteri e rifiuta di far cambiare le bende a una paziente. Il risultato è che il protagonista risulta immediatamente “simpatico” allo spettatore ma il vero scopo dell’episodio dovrebbe essere quello di farci capire che siamo nell’epoca Vittoriana, non apparentemente non lontana da noi in termini temporali ma culturalmente distante anni luce.
Il dottor Granville si mette in cerca di lavoro ed entra così nello studio Dr. Dalrymple (Jonathan Pryce) che è in cerca di personale, questi è specializzato nella cura dell’isteria, una sindrome molto diffusa all’epoca, e cura le sue pazienti… masturbandole.
L’aspetto che più mi è piaciuto del film è proprio lo scorcio offerto sull’epoca vittoriana, un periodo molto interessante e ricco di cambiamenti, i fatti narrati sono romanzati ma storicamente plausibili, l’isteria era veramente un problema in quell’epoca e la tesi della regista (laureata in psicologia dei generi sessuali) è che la causa fosse la frustrazione e l’insoddisfazione sessuale delle donne dell’epoca, costrette a una vita coniugale piuttosto infelice dai rigidi costumi che vedevano i rapporti finalizzati unicamente alla procreazione e non al piacere. Per quanto assurdo possa sembrare il medico che portava all’orgasmo la paziente tramite stimolazione manuale non compiva un atto sessuale, il “parossismo” era un semplice sfogo di natura medica che evitava alla donna problemi più gravi. E’ un film che parla di vagine senza neanche mezza scena di nudo, tutto ruoto attorno all’invenzione del vibratori ma non è un film che parla di sesso.
Assunto dal dottor Granville il nostro Mortimer si ambienta molto bene: impara subito il lavoro, accolto nella casa dottore dove abita come internista e il fidanzamento con Emily (Felicity Jones), figlia devota del dottore, è un passo naturale. Mortimer in realtà è affascinato dalla sorella di Emily, Charlotte, una socialista ante-litteram che ha votato la sua vita alla causa dei poveri e degli emarginati investendo tutto quello che ha e coprendosi di debiti nella creazione di un centro per aiutare i poveri della città.
Il lavoro è faticoso, lungo e fisicamente provante e dopo poco tempo il dottor Granville soffre di crampi alla mano destra, prova ad intervenire sulle pazienti con la sinistra ma senza risultato e viene spietatamente licenziato e messo alla porta dal suo principale. Tornato a casa dei genitori adottivi trova l’amico Edmund alle prese con uno dei suoi nuovi giocattoli: ricchissimo si è fatto installare uno dei primi generatori elettrici in giardino ed ha costruito uno spolverino elettrico. Quasi per caso Mortimer prende in mano l’invenzione e scopre che le sue vibrazioni danno sollievo alla mano dolorante: la scintilla si accende e i due costruiscono il primo vibratore elettro-meccanico sperimentandolo sulla camiera ex-prostituta Molly che certifica la bontà della nuova invenzione con tre … parossismi in cinque minuti!
Mortimer si precipita a presentare la nuova invenzione al suo ex-mentore e datore di lavoro e questi con sommo stupore scopre che funziona e in breve tempo il piccolo studio ottiene una fama e una visibilità enorme con grande successo e frotte di clienti in sala d’attesa.
Nel frattempo Charlotte si è cacciata nei guai: per proteggere il suo centro di accoglienza si è scontrata con la polizia, ha colpito un poliziotto ed è stata arrestata e al processo interviene a testimoniare proprio il dottor Granville.
Il processo è il cuore del film: la tesi dell’accusa è che Charlotte Dalrymple e affetta da una grave forma di isteria e chiede per lei la cura comunemente prevista in questi casi ovvero l’asportazione dell’utero e l’internamento in manicomio. Mortimer interviene quale esperto dell’argomento con una tesi appassionata e moderna secondo cui l’isteria non esiste e che l’unica colpa di Charlotte è di essere esageratamente appassionata nella sue generosità, in un colpo solo quindi distrugge i presupposti stessi del suo lavoro e lancia una tesi che potremmo definire femminista sul ruolo e sulla condizione della donna dell’epoca. Il giudice fa sua la deposizione-arringa di Mortimer e condanna Charlotte a una breve detenzione in carcere.
Dopo il processo Edmund vende i diritti del brevetto del vibratore e la percentuale di Mortimer è sufficiente a liberarlo della schiavitù del lavoro retribuito, questi aspetta Charlotte all’uscita dal carcere e finalmente i due si fidanzano.
Alla fine del film il vibratore viene presentato come un’invenzione di incredibile successo e la regista non regista alla tentazione di mostrare la regina Vittoria tra le prime del clienti della moderna invenzione.