E’ un film bellissimo, anche se agghiacciante, per certi aspetti migliore del libro ma è anche un film adatto a chi ha lo stomaco forte.
Nel film è sempre presente un’atmosfera pesante di crudo realismo, le botte non fanno rumore come nei film di Bud Spencer, i morti ammazzati cascano senza un lamento, non ci sono eroi, tutti hanno paura e anche i cattivi, gli assassini hanno dei temibili rivali dato che ci sono uomini ancora peggiori anche se molto meglio vestiti.
Per tutto il film si vedono soldi, gente che conta soldi, li incassa, li distribuisce, li spende, li regala. Sono soldi sporchi.
La versione che ho visto è quella senza sottotitoli e non è facile per chi non riesce a capire il dialetto napoletano.
4 storie si intrecciano nel film:
- un sarto di rara bravura lavora in nero per un imprenditore, a sua volta sfruttato dagli strozzini e deve impegnarsi giorno e notte per arrivare alla fine del mese. Viene assunto come insegnante per 2000 euro a lezione da un imprenditore cinese che lo incarica di istruire i suoi operai. Scampato per pura fortuna ad una spedizione punitiva che uccide tutti l’imprenditore e l’autista decide di abbandonare il suo mestiere di sarto, che è anche la sua passione, e inizia a fare il camionista.
Durante una sosta i autogrill vede casualmente uno dei suoi abiti indossati da una grande star di Hollywood. - Marco e Ciro, due teppistelli molto giovani e con molto poco cervello, si credono grandi criminali. Casualmente trovano una Santabarbara della camorra e si divertono a sparare in mezzo a un fiume. Dopo un paio di avvertimenti inascoltati i criminali veri li fanno fuori e li seppelliscono con una ruspa.
- Nelle vele di Scampia don Ciro è un contabile, distribuisce la “mesata” il mensile che la camorra assegna a chi ha un familiare in carcere o morto. Durante gli scontri tra scissionisti e il clan dei Di Lauro rischia l’esecuzione ma si salva miracolosamente. Sempre nel corso di questi scontri il giovane Totò, che in un ambiente diverso sarebbe potuto crescere come un qualunque bravo ragazzo, diventa un soldato della camorra e tradisce la signora Maria, consegnandola ai suoi assassini.
- Franco è un criminale in giacca e cravatta. E’ uno pseudo-imprenditore che si occupa dello smaltimento dei rifiuti tossici ma in realtà non fa altro che avvelenare le terre che usa per gli scarichi, con la presunzione di essere un grande imprenditore, un salvatore della patria. Anche se non spara è un assassino: è perfettamente consapevole del fatto che sta avvelenando la terra.
Il film, così come il libro, sembra sottintendere la tesi che i grandi, i veri criminali non sono tanto quelli con la pistola ma quelli che tirano i fili, quelli che ne ricavano gli utili maggiori in modo più o meno consapevole. Questi sono gli industriali del nord, che si avvalgono dei servizi di Franco per smaltire i rifiuti tossici delle proprie imprese chiudendo gli occhi di fronte all’evidente smaltimento illecito così come le industrie della moda che mettono in produzione i loro capi sottopagandoli, costringendo di fatto gli imprenditori locali a una guerra tra poveri, a un eterno lavoro nero e a distribuire salari miserabili.
Le tesi possono essere più o meno condivisibili ma il film merita assolutamente di essere visto.
Compra su Amazon: