Andreasi – torinese di nascita ma astigiano d’adozione – conobbe il successo al pari di altri cantanti-attori come Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto per la partecipazione alla trasmissione televisiva Il poeta e il contadino (1973). In realtà la sua carriera era iniziata molto prima, in teatro, dove, nel 1968, aveva interpretato Mercadet, la figura di affarista disegnata da Balzac.
Successivamente (1975) lavorò ne Il sospetto, a fianco di Gian Maria Volonté e sotto la regia di Citto Maselli. La carriera teatrale di Andreasi – che fu anche un apprezzato comico di cabaret (è nota la sua imitazione dello sciatore Gustav Thöni e la sua recita della poesia Piemonte di Giosuè Carducci) – proseguì poi con un’interpretazione nella commedia La famiglia dell’antiquario (1986) di Carlo Goldoni e in un’edizione di Aspettando Godot al fianco di Jannacci, Gaber e Paolo Rossi.
Per il cinema (una trentina i titoli interpretati), è da segnalare la sua partecipazione a Storia di ragazzi e di ragazze di Pupi Avati (1989), Un’anima divisa in due di Silvio Soldini (1992) e Pane e tulipani, ancora di Soldini (2000) che gli fruttò il Nastro d’argento. Nel 2004 interpretò anche la figura del protagonista nel film Nanà, diretto da Giuseppe Varlotta e tratto dal libro Gli uomini della nebbia di Gian Paolo Squassino.
La poliedrica figura di Felice Andreasi comprende anche quella dell’autore teatrale: egli scrisse infatti una raccolta di monologhi e racconti dal titolo D’amore (diverso) si muore.
Col suo tipico accento piemontese (una vera e propria cifra stilistica, insieme al parlare molto rallentato per simulare stupidità) negli anni settanta ebbe molto successo televisivo come cantante, in particolare rilanciò La balorda di Ivan Della Mea.
Prese parte a diversi programmi radiofonici, tra cui Le interviste impossibili e Occhiali rosa, trasmessi entrambi da Radio Due.
Nel 1998 venne realizzato un video-ritratto dedicato a Felice Andreasi dal titolo Felice l’attore che dipinge, per la regia di Antonio De Lucia ed Enrico Venditti, premiato con Menzione speciale al XVI Torino Film Festival.
Felice Andreasi morì la sera di Natale del 2005 per complicazioni dovute alla malattia di Parkinson, di cui soffriva da tempo.