Conosciamo tutti la storia, giusto? C’è Biancaneve, la strega cattiva, la mela, il principe e i sette nani, una storia incredibilmente maschilista, tipica degli anni ’40 quando le donne fortunate riuscivano a trovare un buon marito e potevano avere il raro privilegio di stare a casa a cucinare, pulire e rammendare i calzini dell’amato consorte.
Biancaneve, il film del 2012, pur rispettando la storia originale nella versione dei fratelli Grimm rompe tutti gli schemi e ci presenta un punto di vista insolito, nuovo ed inaspettato.
Cominciamo dai nani. Qui non sono dei minatori ma dei piccoli-grandi Robin Hood tascabili che rubano ai ricchi per restituire ai poveri, altro che minatori! Il principe è un imbecille belloccio (e in questo viene rispettato il cliché di tutti i film visti fino a qui).
La strega cattiva è una variante della vedova nera, dopo aver sposato il re (come in tutte le favole che si rispettino ci deve essere anche un re) e lo ha fatto fuori per governare ma non è interessata al potere, a lei interessano solo i soldi e subissa i sudditi schiacciandoli con le tasse. Julia Roberts, sempre più bella, la interpreta magnificamente e riesce ad avere uno sguardo crudele nell’insolito ruolo della cattiva. C’è lo specchio e c’è la magia, la strega è vanitosa e invidiosa della bellezza della giovane Biancaneve ma non tanto e non solo per pura vanità ma soprattutto perchè vuole soffiarle il fidanzato, il giovane (e bello) principe di cui si è detto che ha l’importante caratteristica di essere ricco, erede al trono di un regno opulento.
Biancaneve non è l’innocente vittima indifesa che abbiamo conosciuto nel cartone della Disney. E’ bella, giovane, inesperta ma niente affatto stupida e decisa a riprendersi il regno soffiatole dalla matrigna, come minimo per proteggere i propri sudditi e restituire loro la felicità del passato. Impara a difendersi, a combattere e persino a rubare.
E la mela? C’è anche quella ma è una delle trovate migliori del film e non ho il coraggio di svelarvela. Andate al cinema e godetevi la scena.
Nota: sta circolando una versione del film in streaming e sui canali peer to peer, probabilmente tratta dalla versione russa con sovrapposto l’audio italiano. Non perdete tempo a cercare di vederla, oltre ad essere un reato fa schifo, si sente malissimo e i colori sono pessimi; se c’è una cosa importante nei film di Tarsem Singh sono i colori, non scaricatelo e andate a vederlo al cinema.