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My Boss, My Hero

My Boss My HeroMy Boss, My Hero è una miniserie giapponese in 10 episodi, che io sappia non è mai stata trasmessa sulla televisione italiana e non esiste una versione doppiata in lingua italiana, io l’ho vista in streaming con sottotitoli in inglese.

La serie racconta di Sakaki Makio, un giovane boss della Yakuza tanto forte quanto stupido. E’ il figlio del boss supremo e destinato a succedergli, ha 27 anni e la sua forza fisica lo rende letale negli scontri con le bande rivali, il suo soprannome è “Tornado” perchè riesce e tener testa e sconfiggere gli avversari negli scontri diretti. Forte ma stupido, al punto che manda a monte un affare di decine di milioni di dollari perchè non riesce a fare velocemente una semplice addizione.
Esasperato dall’ignoranza e dalla stupidità del figlio, il boss decide di iscriverlo a un liceo e gli impone di impegnarsi nello studio fino a diplomarsi se vuole succedergli alla guida della gang.
Makio si ritrova così a dover frequentare l’ultimo anno del liceo, in incognito, insieme ad altri ragazzi diciassettenni con cui lentamente inizia a legare. Con l’aiuto della giovane insegnante comincia a imparare qualcosa, si impegna nello studio e lentamente comincia a guadagnare terreno conquistando la stima dei compagni di classe e degli insegnanti.
Nel frattempo il fratello minore di Makio trama alle sue spalle, Mikio (questo il suo nome) è l’esatto opposto di Makio: fisicamente debole e malaticcio e molto intelligente e sta per laurearsi dopo aver trascorso un periodo di studio negli Stati Uniti. Apparentemente sembra non interessarsi agli affari malavitosi della famiglia ma in realtà è intenzionato a scalzare il fratello nella successione alla guida della banda. Tanto Makio è stupido ma onesto, sincero e leale quanti Mikio è astuto, subdolo e doppiogiochista.
A scuola le cose sembrano mettersi al meglio per Makio che si è finalmente convinto dell’utilità dello studio e si sta impegnando nei corsi estivi di recupero tanto che sembra destinato a riuscire a diplomarsi, il giorno del diploma però succede l’irreparabile: una gang rivale viene a sapere che lui sta frequentando il liceo come semplice studente e attacca la scuola.
Makio interviene in difesa del preside, dei professori e dei suo compagni di scuola ma nel farlo rivela la sua appartenenza alla yakuza: nello scontro con i rivali si toglie la maglietta rivelando gli enormi tatuaggi tipici dei mafiosi giapponesi. “Tornando” ancora una volta ha ragione degli avversari nello scontro fisico ma perde la possibilità di diplomarsi, viene espulso perchè per una scuola giapponese non è possibile avere come studente un appartenente a una gang mafiosa. Perde quindi la corsa nella successione al titolo di boss, perde la stima di compagni e professori che si sentono ingannati e traditi ma nell’ultima puntata riuscirà a riconquistare l’amicizia dei suoi ex compagni e degli insegnanti.

La serie di dieci puntate è molto leggera e divertente, è il remake di una analoga serie sud-coreana ed  ha avuto un buon successo in patria, in Spagna e negli Stati Uniti.

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