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Joseph L. Mankiewicz

Joseph L. MankiewiczJoseph Leo Mankiewicz (Wilkes-Barre, 11 febbraio 1909 – New York, 5 febbraio 1993) è stato uno sceneggiatore, regista e produttore cinematografico statunitense, di origini polacche.

Vincitore di quattro Premi Oscar per la regia e la sceneggiatura di Lettera a tre mogli, 1949, e Eva contro Eva, 1950, fu anche il regista del flop Cleopatra (1963). Condivide con John Ford e Alejandro González Iñárritu il record di due Oscar di miglior regista per due anni consecutivi.

Nato a Wilkes-Barre, Pennsylvania, in una famiglia di ebrei, da Franz Mankiewicz, polacco-statunitense, e Joanna Blumenau, Mankiewicz si trasferisce con la sua famiglia a New York City dove si sarebbe diplomato alla Stuyvesant High School. Nel 1928 ottiene un bachelor alla Columbia University.

Per un periodo lavora a Berlino, Germania, come corrispondente all’estero per il giornale Chicago Tribune, prima di essere attratto dal mondo del cinema. Tornato negli Stati Uniti, nel 1928 Mankiewicz ottiene un contratto dalla Paramount come sceneggiatore. Contemporaneamente anche suo fratello Herman J. Mankiewicz si sta facendo strada nel campo della sceneggiatura cinematografica (sarà lui a collaborare con Orson Welles alla stesura del copione di Quarto potere, Citizen Kane, 1941).

Da sempre interessato alla regia, nel 1936 Joseph L. Mankiewicz passa alla MGM sperando di passare dietro la macchina da presa, ma ottiene di lavorare solo come produttore. Ha però l’opportunità di farsi le ossa occupandosi della realizzazione di film come Furia (Fury, 1936) di Fritz Lang e Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story, 1940) di George Cukor. Ma è la regia che continua ad interessarlo, così nel 1943 si trasferisce alla 20th Century Fox e l’anno seguente scrive e produce il riuscito Le chiavi del paradiso (The Keys of the Kingdom, 1944) di John M. Stahl.

Debutta come regista nel 1946 col film Il castello di Dragonwyck (Dragonwyck), un interessante melodramma gotico, seguito da una serie di tre film co-sceneggiati insieme a Philip Dunne, tra i quali c’è il film fantasy Il fantasma e la signora Muir (The Ghost and Mrs. Muir, 1947). Nel 1949 arriva il grande successo quando dirige Lettera a tre mogli (A Letter to Three Wives), in cui si avvale di un cast quasi tutto al femminile (tra cui Linda Darnell, Jeanne Crain e Ann Sothern), per descrivere con divertito cinismo vizi ed ipocrisie del gentil sesso. Per questo film Mankiewicz si guadagna ben due premi Oscar, uno per la migliore regia e l’altro per la migliore sceneggiatura.

Negli anni del maccartismo, fu accusato da una parte della Screen Directors Guild, in particolare Cecil B. DeMille, di nutrire simpatie filocomuniste. Mankiewicz venne apertamente difeso dal collega John Ford e le accuse nei suoi confronti caddero presto.

Da sempre estimatore del teatro, nel 1950 Mankiewicz ne critica il lato eccentrico e perverso in Eva contro Eva (All About Eve), di cui cura anche la sceneggiatura. Raccontando la storia di una matura diva delle scene (Bette Davis) alle prese con un’insinuante giovane aspirante attrice (Anne Baxter), il regista usa il cinema per analizzare il suo diretto concorrente, il teatro appunto. Anche questo film gli fa guadagnare due premi Oscar, sempre per la migliore regia e la migliore sceneggiatura.

Negli anni seguenti Mankiewicz passa da uno sferzante melodramma sul successo e sul tradimento, La contessa scalza (The Barefoot Contessa, 1953), con Ava Gardner, ad un riuscito film storico con Marlon Brando, Giulio Cesare (Julius Caesar, 1953); da uno spaccato di vita umana nel contesto bellico in Un americano tranquillo (The Quiet American, 1957) ad un cupo dramma sull’omofobia, Improvvisamente l’estate scorsa (Suddenly, Last Summer, 1959), tratto dall’omonima opera teatrale di Tennessee Williams.

Nel 1963 viene distribuito il kolossal Cleopatra (Cleopatra), con Elizabeth Taylor e Richard Burton, alla cui regia Mankiewicz era passato dopo che Rouben Mamoulian aveva dato forfait.

Nel ’67 ritorna alla commedia, su toni aciduli e crudeli, con Masquerade (The Honey Pot), con Rex Harrison e Susan Hayward, seguita nel 1972 da Gli insospettabili (Sleuth), con Laurence Olivier e Michael Caine. Dopo questo film Joseph L. Mankiewicz decide di ritirarsi.

Alla sua morte, nel 1993, il regista viene tumulato nel cimitero di Saint Matthew’s Episcopal Churchyard, Bedford, New York.

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