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Regista

Martin Scorsese

Martin ScorseseMartin Charles Scorsese (New York, 17 novembre 1942) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense con cittadinanza italiana.

Esponente della New Hollywood, è considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema. Temi centrali dei suoi film sono la violenza istintiva dell’uomo e il suo rapporto con la colpa, il peccato e la religione. Il suo stile, spesso caratterizzato da sequenze virtuosistiche e violenza iperrealista, trae ispirazione dalla Nouvelle Vague francese, dal Neorealismo italiano e dal cinema indipendente di John Cassavetes.

Rilevanti nella sua carriera i sodalizi con Daniel Day-Lewis, Harvey Keitel, Joe Pesci e soprattutto con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti, l’Oscar alla miglior regia nel 2007 per The Departed – Il bene e il male, la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1976 per Taxi Driver, il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia nel 1995, tre Bafta e quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera, nel 2010).

Dopo aver girato America 1929, Corman propose a Scorsese di girare un altro film sullo stesso stile, ma il regista rifiutò fermamente per poter girare un film al quale pensava da oltre sei anni: Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, girato con la stessa troupe del film precedente. Scorsese riversò molte delle esperienze vissute da adolescente in questo suo film, attingendo a persone da lui conosciute per caratterizzare i protagonisti del film, prigionieri della Little Italy e incapaci di fuggire da quello che diventa sempre più un inferno in terra, sempre in bilico fra salvezza e peccato.

Nella pellicola vengono appurati quasi tutti i tratti stilistici connotativi del cinema di Scorsese: dal punto di vista umano, i protagonisti sono persone comuni e veri e propri antieroi emarginati; mentre dal punto di vista artistico Scorsese ricorre ad una fotografia cupa e claustrofobica, incentivata dalla regia sperimentale e dalla musica popolare (la colonna sonora include tra l’altro una versione della canzone napoletana Maruzzella); inoltre, spesso in gioco sul grande schermo ci sono degli opposti, come la religione e la vita dei gangster. Tra le altre cose il film segnò l’inizio della prolifica collaborazione di Scorsese con Robert De Niro, presentatogli da Brian De Palma, che diventerà l’attore-feticcio di Scorsese e protagonista di alcuni dei suoi film più importanti fino al 1995 con Casinò e al 2019 con The Irishman.

Dopo aver subito alcune critiche secondo le quali non avrebbe saputo girare un “film con protagonista una donna”, girò come risposta Alice non abita più qui (1974) con protagonista Ellen Burstyn, la quale per il suo ruolo ha vinto il Premio Oscar alla Miglior attrice protagonista nel 1975.

Successivamente Scorsese gira il documentario Italoamericani (1974), che ha sempre dichiarato essere fra le preferite delle sue opere. Si tratta di una lunga intervista ai suoi genitori, che lancia uno sguardo sulla vita degli immigranti italiani a New York, in particolare nella Little Italy.

Tornato alla sua amata New York, Scorsese viene colpito da una sceneggiatura scritta da Paul Schrader dal titolo Taxi Driver (1976), un’immersione nella mente distorta di un reduce dal Vietnam che non riesce a reinserirsi nella società a causa degli orrori vissuti durante la guerra; rappresentato come una discesa all’inferno è gran parte frutto del periodo di forte depressione vissuto da Schrader il quale ha riversato nella sceneggiatura tutte le sue ansie e insicurezze, portate in maniera cupa, nitida e sperimentale da Scorsese sullo schermo. Acclamato da critica e pubblico come un capolavoro fin dalla sua prima apparizione, è considerato uno dei film cardine della New Hollywood oltre che uno dei più disturbanti, radicali e rappresentativi dei cupi anni che stava passando non solo l’America ma gran parte del mondo occidentale, venendo all’unanimità considerato come uno dei più grandi film realizzati. Nel ruolo del protagonista fu scelto di nuovo Robert De Niro, e il film vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes del 1976 aggiudicandosi anche quattro nomination ai Premi Oscar, lanciando il nome di Scorsese fra i registi più promettenti della sua generazione.

Successivamente Scorsese dedica alla propria città un intero film, New York, New York (1977), un musical che vede ancora Robert De Niro, affiancato da Liza Minnelli, nel ruolo di protagonista. Nonostante il progetto ambizioso e un cast in grande forma, questo film non ottenne un buon successo di pubblico, e venne addirittura considerato da molti un film non pienamente riuscito rispetto ai precedenti film del regista. Fu a causa di questo insuccesso che egli sprofondò in una grave forma di depressione che lo spinse all’abuso di droghe, stupefacenti e psicofarmaci.

Malgrado il peggiorare delle sue condizioni fisiche Scorsese realizza un documentario sull’ultima esibizione live del gruppo musicale The Band, ovvero L’ultimo valzer (1978) nel quale appaiono volti celebri come Muddy Waters, Bob Dylan, Van Morrison, Eric Clapton, Neil Young e molti altri. Il film riscosse un grande successo nei festival e tra gli amanti della musica, facendo risalire mediaticamente il nome di Scorsese, che però continuò a sprofondare sempre di più nella depressione culminando nel settembre 1978 quando fu ricoverato in ospedale, per un’emorragia interna a causa dell’abuso di stupefacenti.

Scorsese dopo una lunga convalescenza si riprese grazie all’amico Robert De Niro che gli propose di girare Toro scatenato (1980), la biografia del pugile italoamericano Jake LaMotta. Toro scatenato, girato per ragioni artistiche interamente in bianco e nero, divenne in breve un vero e proprio film cult, nel quale Scorsese riversò tutta la sua sofferenza realizzando il film che ha definito il suo stile radicale, aggiudicandosi due Premi Oscar, al miglior attore protagonista e al montaggio di Thelma Schoonmaker, e facendo uscire il regista dal limbo nel quale era precipitato. Toro Scatenato è considerato tra le pietre miliari del cinema statunitense, inserito al quarto posto nella classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi dall’American Film Institute.

Nello stesso anno di Toro Scatenato il regista si sposa con Isabella Rossellini e fa un cameo nel film di Renzo Arbore Il pap’occhio, nella parte di un regista della televisione vaticana.

La coppia Scorsese-De Niro, però, non terminò ancora il sodalizio artistico ma diede vita ad un altro film, la commedia Re per una notte (1983), un ritratto impietoso degli atteggiamenti paradossali dettati dalla ricerca del successo nel mondo dello star system. Insuccesso sia di pubblico che di critica con gli anni è diventato un cult mantenendo inalterate le sue qualità di critica sociale e la sua profonda inquietudine celata sotto un’apparenza di commedia leggera.

Nel 1985 Scorsese gira un piccolo film indipendente fuori dai canoni con protagonista Griffin Dunne, Fuori orario. Segnato da un grottesco humour nero è una rappresentazione vicina all’incubo della vita notturna dei quartieri di New York, fra solitudine ed eccesso, che prende vita dall’avventura del protagonista che cerca in ogni modo di tornare alla sua abitazione, senza riuscire a fuggire dal quartiere nel quale è finito per una serie di equivoci. Definito da molti critici come Kafkiano e cupamente gioioso, il film è uno dei più amati dagli ammiratori del regista e uno dei più inventivi, vincendo la Palma d’oro per la miglior regia al Festival di Cannes del 1986.

Nel 1986 Scorsese gira un film su commissione: Il colore dei soldi, con Paul Newman e Tom Cruise, sequel de Lo spaccone a 25 anni di distanza dal film originale. Il film frutta a Paul Newman l’Oscar al miglior attore ma viene generalmente considerato come uno dei film meno personali di Scorsese nonostante il grande successo di pubblico all’uscita al cinema.

Uno dei progetti che il regista sognava di fare fin dagli anni settanta era quello di fare un film sulla vita di Gesù basato sul libro L’ultima tentazione di Cristo di Nikos Kazantzakis, libro contestato dai religiosi più convinti per il suo descrivere Gesù come una divinità ma prima di tutto come un uomo, il quale più volte è sul punto di cedere alla tentazione di vivere come una persona normale e di rifiutare il destino predispostogli da Dio. Nel 1983 sembrava poter essere possibile fare il film, ma la Paramount rifiutò di produrlo a seguito delle polemiche da parte di associazioni cattoliche. Il sogno di Scorsese si avverò nel 1988 quando adattò per il grande schermo il romanzo a patto però di usare un budget modesto, il quale ha determinato una veloce realizzazione del film e un mancato completamento di tutte le intenzioni del regista. Il film che ne venne fuori provocò un grande scandalo: L’ultima tentazione di Cristo (1988), con Willem Dafoe nei panni di Cristo, fin dalle sue prime apparizioni sollevò forti proteste e minacce di boicottaggio, con picchetti dei cristiani davanti ai cinema. Tutto questo contribuì all’insuccesso del film. Il suo essere considerato come apocrifo e blasfemo mise in cattiva luce le vere qualità del film, come il regista ha dichiarato più volte: “Il mio film descrive Cristo come completamente divino e al tempo stesso completamente umano, solo così infatti la sua crocifissione ha un senso, se Gesù fosse solamente divino e non capace di provare le sensazioni di un uomo non proverebbe nessuna sofferenza nella crocifissione, e non avrebbe nessun valore per l’umanità. Il mio film è profondamente religioso e rispettoso della cristianità, ma non è stato capito”. Malgrado la forte contestazione all’uscita, il film è diventato con gli anni un cult, ma soprattutto per merito della celebre colonna sonora composta da Peter Gabriel.

Nel 1987 dirige il videoclip di Bad, title track dell’omonimo album della popstar americana Michael Jackson, dalla durata di 18 minuti in una stazione della metropolitana di New York. Il cortometraggio all’epoca è il più costoso di sempre, con 2,2 milioni di dollari investiti per la sua realizzazione.

Nel 1989 Scorsese partecipa al film collettivo New York Stories, formato da tre episodi da circa quaranta minuti, diretti rispettivamente da Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen. I tre registi, famosi per aver ambientato gran parte dei loro film nella città di New York portano sullo schermo, ognuno col proprio stile, tre storie di vita nella grande mela. Malgrado i famosi nomi dei registi il film si rivelò un insuccesso sia di pubblico che di critica, la quale però sottolineò il valore dell’episodio girato da Scorsese, Lezioni dal vero, con protagonisti Nick Nolte e Rosanna Arquette.

Durante la lavorazione de Il colore dei soldi Scorsese lesse il romanzo Il delitto paga bene (Wiseguy) scritto da Nicholas Pileggi e basato sulla storia vera del gangster Henry Hill. Scorsese ne rimase fortemente colpito anche per le affinità con la sua infanzia nella Little Italy e nel 1990 lo portò sullo schermo con il titolo Quei bravi ragazzi (Goodfellas). Tornando a collaborare con Robert De Niro e Joe Pesci e scegliendo come protagonista il misconosciuto Ray Liotta il regista torna ad un grandissimo successo di pubblico e di critica. Scorsese introduce uno stile nevrotico e virtuoso mai visto prima, rileggendo completamente le regole dei film gangster e discostandosi nettamente dall’epopea classica raffigurata alla perfezione da Il Padrino di Coppola. Scorsese sfruttando tutto il proprio armamentario stilistico e i ricordi della sua infanzia ha portato sullo schermo un film di eccessi e omicidi dettati dall’istinto animale dei protagonisti, inserendo una colonna sonora martellante fatta di pezzi rock che sono quasi sempre presenti in sottofondo al film e sincronizzati con le immagini. Joe Pesci vinse un Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione del folle e crudele Tommy DeVito e Scorsese si guadagnò la terza nomination come miglior regista, dopo quelle per Toro Scatenato e L’ultima tentazione di Cristo, vincendo, inoltre, il Leone d’argento per la regia al Festival di Venezia del 1990. Quei bravi ragazzi è considerato come uno dei migliori film gangster di sempre e compare costantemente nelle classifiche dei film preferiti di pubblico e critica.

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