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Joker

Joker

Joker è un film del 2019 diretto da Todd Phillips. La pellicola, basata sull’omonimo personaggio dei fumetti DC Comics ma scollegata dal DC Extended Universe, vede Joaquin Phoenix interpretare il protagonista, affiancato nel cast da Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy e Brett Cullen.

Il film si è aggiudicato il Leone d’oro alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, vincendo inoltre due Golden Globe e due premi Oscar su ben undici candidature, record per l’edizione, divenendo la prima pellicola basata su un personaggio DC Comics a concorrere come miglior film, nonché la seconda basata su personaggi di fumetti in generale ad essere candidata per tale categoria dopo Black Panther (il quale infatti venne prodotto dalla Marvel Studios e distribuito dalla Disney, vincendo 3 premi Oscar).

Arthur Fleck è un individuo profondamente alienato che, nella Gotham City del 1981 sempre più preda del degrado e della disuguaglianza sociale, vive con l’anziana madre Penny in un appartamento dei bassifondi.

Oltre ad essere depresso, l’uomo soffre di un raro disturbo (simile alla sindrome pseudobulbare) che gli provoca improvvisi e incontrollabili attacchi di risate, specie in momenti di forte tensione. Il suo sogno è diventare un cabarettista come il suo idolo, il presentatore televisivo Murray Franklin, ma la mancanza del talento necessario lo costringe a guadagnarsi da vivere come clown. La sua squallida routine è risollevata solo dalle fugaci visioni di Sophie Dumond, la vicina di casa di cui si è invaghito dopo che lei gli ha rivolto una parola gentile in ascensore.

Mentre il noto miliardario Thomas Wayne si candida a sindaco e dopo che è stata diffusa la notizia di grossi tagli alla spesa pubblica, tra cui il servizio di assistenza sociale di cui Arthur beneficia, durante un lavoro come pagliaccio subisce un pestaggio da parte di alcuni teppisti, che rompono il cartello utilizzato per la mansione; Hoyt Vaughn, il suo capo, lo rimprovera ritenendolo responsabile del danno facendo crescere il suo senso di frustrazione e di sconforto. Saputo dell’incidente, un collega di Arthur, Randall, gli dà una pistola per difendersi ma questa gli cade di tasca durante un’esibizione per alcuni bambini ricoverati in un ospedale pediatrico: l’episodio gli fa perdere il posto in quanto Randall incastra Arthur dicendo a Vaughn che voleva acquistarla da lui volontariamente. Quella stessa notte, mentre torna a casa in metropolitana ancora truccato da pagliaccio, Arthur viene preso di mira a causa della sua condizione da tre giovani yuppies che cominciano a picchiarlo brutalmente; Arthur stavolta reagisce, estrae la pistola e li uccide.

L’identikit dell’assassino, unito al fatto che le vittime fossero degli impiegati di Wayne e che proprio questi definisca “clown” chi gode della loro morte solo perché più poveri di loro, fa sì che sempre più persone tra le classi sociali più disagiate si identifichino nel misterioso giustiziere e protestino mascherati da pagliacci contro Wayne: il senso di rivalsa scaturito dall’omicidio dà ad Arthur la fiducia necessaria per dichiararsi a Sophie, con cui comincia una relazione, e per fare il suo primo provino come cabarettista; poco dopo, in una delle tante lettere che la madre scrive a Wayne, Arthur legge che è suo figlio ed è nato da una sua relazione illecita con la donna, sua segretaria negli anni cinquanta.

Arthur si reca quindi a Villa Wayne per parlare con il presunto padre ma viene allontanato dal maggiordomo Alfred dopo aver scambiato qualche parola con il piccolo Bruce. La sera stessa torna a casa per scoprire un’ambulanza che porta via sua madre, colpita da un ictus; mentre è fuori dall’ospedale una coppia di detective, gli ispettori Burke e Garrity, lo raggiungono e lo interrogano in merito agli omicidi della metropolitana e agli episodi che hanno causato il suo licenziamento. Arthur mente per poi rientrare in ospedale dove rimane insieme a sua madre e Sophie, che lo ha raggiunto. Inaspettatamente assiste allo show di Murray Franklin, che deride il suo malriuscito provino mandato in diretta; questo scatenerà nel giovane un immenso rancore verso il suo idolo d’infanzia.

Il giorno dopo, Arthur si infiltra ad un evento di beneficenza di Thomas Wayne per chiedergli spiegazioni; riesce ad avvicinarlo mentre si trova in bagno e il magnate afferma che la donna è una malata mentale ossessionata da lui e che Arthur non sia affatto suo figlio biologico poiché in realtà è stato adottato.

Recatosi all’ospedale psichiatrico Arkham Asylum Arthur scopre la verità: sua madre soffre realmente di disturbi psichici e apparentemente lo adottò per non farlo sembrare figlio di Thomas (non è specificato se Thomas sia o meno il vero padre ma è probabile che l’adozione sia stata inscenata per proteggere la sua immagine), abbandonandolo poi agli abusi del suo partner, che lo maltrattò a tal punto da provocargli il trauma cerebrale all’origine del suo disturbo. Arthur ritorna quindi in ospedale dove uccide la madre soffocandola con un cuscino, vendicandosi poiché responsabile di avergli distrutto la vita; torna quindi a casa di Sophie, dove si rende conto che i momenti vissuti insieme a lei erano solo delle allucinazioni e che in realtà per lei è poco più di un estraneo.

L’indomani Arthur riceve un’inattesa telefonata che lo informa che la produzione dello show di Franklin lo vuole come ospite di una puntata. Arthur accetta, con l’intenzione di suicidarsi in diretta TV. Nel frattempo i suoi ex colleghi Randall e Gary gli fanno visita in quanto hanno saputo della morte della madre; Arthur, a sangue freddo, uccide Randall ma risparmia Gary in quanto è stato l’unica persona che l’ha sempre trattato bene. Arthur si prepara quindi a partecipare allo show realizzando un nuovo make-up da clown, tingendosi i capelli di verde e truccandosi la faccia in modo da somigliare alla maschera che indossa chi sta protestando in città; mentre si dirige agli studi televisivi viene trovato e rincorso dai due detective ma riesce a seminarli nella metropolitana, dove fa scoppiare una sommossa.

Mentre la più grande manifestazione dei clown anti-Wayne vista fino ad ora monta fuori dallo studio televisivo, anche la situazione al suo interno trascende e Arthur, che ha adottato lo pseudonimo Joker, dopo aver rivelato di essere lui l’assassino degli yuppies e di sapere che Murray si è preso gioco di lui, accusa quest’ultimo, Wayne e i cittadini di Gotham di essere persone orribili e i veri responsabili di ciò che è diventato, finendo infine per uccidere Franklin in diretta.

Il gesto scatena ancor di più la folla, che mette a ferro e fuoco la città, e poco dopo Thomas e sua moglie Martha vengono uccisi in un vicolo, davanti al figlio Bruce (il futuro Batman), da uno dei clown. Arthur viene arrestato per l’omicidio degli yuppies e di Murray e condotto via da una volante attraverso la città invasa dalla folla belligerante: quest’ultima, nel marasma generale, riesce a distruggere la volante, tamponandola con un’ambulanza e tramortendo i due poliziotti. Arthur, svenuto per l’incidente, si sveglia circondato dalla gente che lo acclama e quindi sale sul tettuccio della volante e balla per la folla per poi disegnarsi con il suo stesso sangue un sorriso sulle labbra. Nasce così il Joker, il criminale che terrorizzerà Gotham negli anni a venire.

Rinchiuso all’Arkham Asylum, Arthur trova una nuova psichiatra che gli chiede di raccontarle la barzelletta che lo ha spinto a ridere tra sé e sé; Arthur è venuto a sapere dell’omicidio dei coniugi Wayne, ridendo all’idea che Bruce, il suo probabile fratellastro, crescerà solo nella tristezza come ha fatto già lui. Dopo averle risposto che non l’avrebbe capita, Arthur lascia la stanza lasciando dietro di sé una scia di impronte di sangue, probabilmente della psichiatra stessa da lui appena uccisa, e viene rincorso dagli infermieri per i corridoi dell’istituto.

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