Michael Corleone è invecchiato, soffre di diabete e nonostante i suoi tentativi di allontanare la famiglia dei vecchi traffici e di legalizzarne tutte le attività viene nuovamente coinvolto in fatti di sangue e si trova, suo malgrado, a dover reagire.
Non può contare sull’appoggio dei figli che, pur amandolo come padre, non vogliono aver niente a che fare con le attività illecite o poco lecite del genitore. Trova per sua fortuna l’appoggio del nipote Vincent, figlio illegittimo del fratello Sonny, che gli salva la vita e, verso la fine del film prende le redini della famiglia, diventando padrino.
Il ritratto di Michael Corleone è quello di un uomo molto triste e molto solo; dice di aver soltanto cercato di proteggere la famiglia ma l’adorata figlia Mary muore in un attentato alla sua vita e alla fine del film si spegne di morte naturale ma solo, non è solo quindi indirettamente responsabile della morte della figlia ma alla fine si ritrova a dover fare un bilancio fallimentare della sua esistenza dato che, a dispetto di tutto quanto crede di aver fatto per la famiglia, muore solo.
Lo sfondo del film è interessantissimo e narra di vicende molto italiane, si parla dell’omicidio di Roberto Calvi, della “strana” morte di papa Giovanni Paolo I e delle strane vicende dello IOR e della banca vaticana della fine degli settanta