Carlo Gregorio Verdone (Roma, 17 novembre 1950) è un regista, attore e sceneggiatore italiano. Figlio del critico cinematografico Mario Verdone. È fratello del regista Luca Verdone e di Silvia, moglie di Christian De Sica. È un popolare attore e regista.
Il suo debutto alla regia di un lungometraggio avviene con Un sacco bello, nel 1980, film dove interpreta più personaggi, portandone sul grande schermo alcuni del suo repertorio televisivo. Prodotto dalla Medusa Distribuzione, Verdone viene iniziato alle tecniche di ripresa e conduzione di un set da Sergio Leone. Il giovane regista lo considererà un maestro severissimo, ma vitale. La pellicola successiva, del 1981, Bianco, rosso e Verdone, una seconda kermesse di personaggi del suo repertorio, propone la figura attempata ma divertente di Elena Fabrizi, la sorella di Aldo, meglio nota come la “Sora Lella”. Come attore e regista, Verdone, dopo un inizio dedicato prettamente al genere comico, con il passare del tempo si è evoluto verso canoni più aderenti alla classica commedia all’italiana.
Da taluni è considerato l’erede naturale di Alberto Sordi (anche se lui ha negato spesso questo accostamento), per la capacità di far rivivere nel contesto degli anni ottanta una figura di abitante della capitale che, in tutte le sue sfaccettature anche contrastanti, rappresenta l’archetipo dell’italiano medio. Sordi e Verdone hanno anche girato due pellicole insieme, entrambe da loro sceneggiate con Rodolfo Sonego: In viaggio con papà, per la regia dello stesso Sordi, e Troppo forte diretto da Verdone stesso.
Dall’ultimo decennio del Ventesimo Secolo ad oggi nella sua opera ai toni della commedia si è affiancato un registro meno comico, con un certo retrogusto amaro nella stesura delle storie e più attento ai temi della modernità, del cinismo e degli eccessi della società e del disagio dell’individuo di fronte ad essa. E la goffaggine e inadeguatezza della maschera comica ha fatto posto alle nevrosi e all’ipocondria, reazioni quasi somatiche alle pressioni di un mondo frenetico. Verdone mantiene comunque un rapporto, per così dire, privilegiato con i canoni della commedia all’italiana presenti nella tradizione, dai grandi della comicità fino ad arrivare ai dettami di un cinema più impegnato, tenendo fede ad uno stile “medioalto” che ne fa un regista ed un interprete tra più amati dal pubblico.