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Argo

Argo

Argo è un film uscito nel 2012 , vincitore di ben tre premi oscar tra cui quello al miglior film. Definitiva consacrazione di Ben Affleck quale protagonista a tutto tondo del cinema: sceneggiatore, attore, regista e produttore.

Il film racconta vicende realmente accadute: a Teheran nel 1979 scoppia la rivoluzione che porterà alla deposizione dello scià e all’instaurazione della repubblica di ispirazione islamica inizialmente governata dall’Ayatollah Khomeini.

Il popolo, gli studenti, sono tra i protagonisti della rivoluzione che è animata da violenti sentimenti antiamericano. Contro tutte le regole del diritto internazionale i manifestanti circondano l’ambasciata americana di Teheran e, dopo giorni di assedio, sfondano i cancelli e fanno irruzione sequestrando tutti gli americani che si trovano nell’edificio, marines, impiegati e appartenenti al corpo diplomatico. Le scene dell’irruzione sono uno dei momenti di climax del film con gli impiegati che cercano di distruggere i documenti sensibili prima dell’ingresso dei manifestanti, il panico che serpeggia tra il personale tra macchinette distruggi-documenti che non funzionano o rifiutano di accendersi e i militari armati che, fortunatamente, non ricorrono all’uso della forza evitando una strage.
Studenti e manifestanti sequestrano tutti gli americani che trovano nell’ambasciata, tutti tranne 6 di loro che riescono fortunosamente a sgattaiolare fuori dall’edificio per rifugiarsi a casa dell’ambasciatore canadese.
E’ proprio qui che cominciano i guai per questi 6 americani: sono isolati in un paese ostile, non possono nemmeno uscire di casa perchè il sentimento antiameticano è alle stelle e corrono il rischio di essere linciati in mezzo alla strada se riconosciuti. Paradossalmente si trovano in una situazione ancora peggiore di quella degli ostaggi dato che gli Iraniani, trovandoli, li accuserebbero anche di essersi sottratti al sequesto e di essersi nascosti per settimane. Anche l’ambasciatore canadese si trova in una situazione non semplice: dal momento che i manifestanti hanno già dimostrato di infischiarsene del diritto internazionale e di ignorare l’inviolabilità del corpo diplomatico e dell’ambasciata stessa, sa di correre un grave rischio ospitando e proteggendo gli americani, inoltre il suo governo sta per far rientrare tutti i canadesi ancora rimasti in Iran. Il problema è quindi: come far uscire i 6 americani dall’Iran?

Qui entra in gioco la CIA che, per una volta, non viene mostrata come un’organizzazione onnipotente in grado di esercitare un controllo globale e che, anzi, viene presentata come un’organizzazione piuttosto dilettantesca. I piani proposti prevedono infatti fughe a piedi per migliaia di chilometri o l’attraversamento di tutto l’Iran per raggiungere il confine con la Turchia… in bicicletta.

A questo punto interviene Tony Mendez (Ben Affleck) uno “specialista” in fughe che dopo aver smontato tutte le precedenti proposte bollandole come irrealizzabili, trova un’idea geniale e diabolica.

Decide di inventare un film in costruzione (Argo, che dà il titolo al film). Per rendere credibile il progetto agli iraniani che non sono stupidi e nemmeno impreparati cerca regista e sceneggiatore, ornanizza una conferenza stampa per la presentazione del film, si fa fare perfino uno storyboard. Quindi, con l’aiuto e la complicità del governo canadese, mette in atto il pazzesco piano. Entra in Iran spacciandosi per il produttore del film alla ricerca di un posto in cui girare, raggiunge i 6 americani a casa dell’ambasciatore, gli fornisce i passaporti canadesi “falsi” e li istruisce sulle loro identità dato che dovranno spacciarsi per membri della troupe del film. Dopo aver ottenuto il visto dal ministero della cultura iraniano per l’approvazione del film, il giorno successivo Mendez e i sei americani si recano in aereporto e si imbarcano su un aereo Swissair.

Il film è da apprezzare per essere riuscito a raccontare un episodio storicamente vero, senza prendersi troppe licenze poetiche e senza diventare noioso. Non è nemmeno eccessivamente critico nei confronti dei dimostranti iraniani, la sequenza che si svolge all’aereoporto poi è un capolavoro, la tensione sale al massimo senza bisogno di esplosioni, spari o effetti speciali.

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