2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968, basato su un soggetto di Arthur Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo. Benché molti ritengano la pellicola ispirata al racconto di Clarke La sentinella, lo stesso autore ha affermato che “La sentinella assomiglia a 2001 come una ghianda assomiglia a una quercia adulta”.
Il film di Kubrick è considerato unanimemente un capolavoro della storia del cinema e costituisce una svolta epocale per il cinema di fantascienza. Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congressodegli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.
Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l’aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell’utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto ad un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l’immagine proiettata in avanti, direttamente con l’obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato. Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce della immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. Oltre alla sequenza degli ominidi, il sistema della proiezione frontale è stato usato anche per descrivere gli astronauti camminare sulla superficie lunare con la Terra sullo sfondo. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all’interno della navicella, Kubrick usava un 30-short-ton (27 t) rotante costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group ad un costo di 750 mila dollari. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.
Varie scene nella centrifuga del Discovery venivano girate con la telecamera fissa nella parte interna della ruota rotante per mostrare l’attore camminare completando il giro, oppure venivano montate in modo tale che la ruota ruotasse indipendentemente dalla telecamera fissa. La famosa sequenza finale dei fasci di luce (in inglese chiamata “Stargate”) è stata realizzata con una tecnica chiamata slit-scan, che consiste nel posizionare una fessura di scorrimento tra cinepresa e piano.